lunedì 20 agosto 2018

Abito, via Paolo Paruta, 59 Milano


Foto Gianluca Zonca. Istante di Gianluca Zonca e Flusso di Jymmi Milani;
Flusso di Jymmi Milani e 14mq di Giuseppe De Siati


Abito

Studi Festival 2017

È la coincidenza dello studio con la vita domestica, la casa, nella forma che nasce dall'abitare lo spazio.
La casa che abito è espressione di quell'atteggiamento che entra in relazione col luogo e si manifesta prendendo forma nell'abitazione. In questo contesto resta riservata ad uso esclusivo la camera da letto posta nell'ingresso principale, come fosse una sorta di statement; la cucina dedicata all'incontro con l'altro è la Stanza della Conoscenza e della trasformazione, accoglie il lavoro di Sara Siami; la terza stanza con i suoi accessi è ipogea ed è dedicata agli ospiti, è la stanza della presenza collettiva, Spazio 14 mq, accoglie i lavori di Carlo Galli, Jimmy Milani e Gianluca Zonca.
Abito, secondo l'idea di uno stato già sviluppato ma non pienamente realizzato, anzi, che trova compimento nell'incontro con l'altro.
La casa, un miniappartamento ricavato all'interno di una palazzina storica, la dimora padronale della legatoria Caspani, si trova nei pressi del Naviglio della Martesana. Gli ambiti della mostra sono strutturati su due livelli. Il percorso si articola secondo i tre accessi dell'abitazione, attraverso due scale i tre ambienti attivano una doppia circolarità: dalle cantine si entra nello Spazio 14 mq, si risale la cucina, la Stanza della Conoscenza, proseguendo per la camera da letto si ricomincia o viceversa.

29/01/2017 Milano Abito, via Paolo Paruta, 59 Milano




foglio di sala


L'idea sublime di essere al mondo
e la condizione degli opposti.

La terra, la città di Milano, il naviglio della Martesana ed il suo quartiere, le mura domestiche. Interno esterno sono condizioni che si avvicendano dando carattere al luogo abitato e indirizzano l'essere abitante. Così prende forma Abito, dal valore dell'inseparabilità della partitura quotidiana e contingente al carattere ideale dell'atto creativo che pure dà un senso alla vita reale. Secondo questa precisa ottica ha preso forma il progetto della mostra in casa, presentata durante Studi Festival terza edizione; nel luogo in cui il processo di abitazione è al nono mese, l'apertura delle mura domestiche all'ospite pone la questione della collocazione dell'opera nello spazio della vita quotidiana.
La mostra è stata sviluppata sulla base di un confronto 1:1 con i quattro autori, nel tentativo emotivo di un incontro non sempre riuscito e con risultati inattesi.
La casa ha tre ingressi indipendenti, sviluppando altrettanti percorsi. In questo scritto si seguirà un movimento discendente, verso lo spazio delle relazioni, il livello ipogeo caratterizzato dal "soggiorno", per poi risalire verso il piano terreno con la cucina e la stanza del riposo.

La discesa e la scoperta del valore della luce. (Milani)
Una discesa porta al livello sotterraneo, in fondo, nel deambulatorio si incontra Flusso, una cascata di colore di un'insieme di carte che hanno un’andatura ritmica verticale, come un monito alla polarità ambivalente della vita, un salire e scendere in un ciclo continuo. I fogli presentano una piega periodica, ripetuta per tutta la superficie che riverbera il movimento di espansione ascensionale dell'apertura di un mantice, evidente nelle pieghe che sono state distese in verticale. La sintonia con le scale, strutture architettoniche che connettono il basso con l'alto, risuona in una corrispondenza interiore con i moti dell'animo umano; la collocazione di Flussocaratterizza la discesa e l'ingresso verso lo spazio intimo della relazione, con la scoperta della luce restituita nelle forme del colore. Una presenza inaspettata in quel luogo che si lega all'inconscio primordiale, il sotterraneo ed il colore della luce riporta all'archetipo della caverna come rappresentazione del mondo; l’incontro con Flusso desta meraviglia, la stessa che le grottesche della Domus Aurea di Roma dovettero suscitare nei loro scopritori con l'apertura ad un'altra dimensione del reale con un mondo immaginario.

Stato di coscienza: il presente unico di una transizione.
I segmenti corporei dell'immagine di un doppio movimento (Zonca - De Siati)
Le opere suscitano una visione che sfocia nell'ossimoro dello scorrere del tempo fermo, attraverso l'organizzazione della durata dei tempi di fruizione, sempre parziale, frammentata rispetto l'immagine che si può creare nella mente di ognuno. Nello spazio delimitato l'osservatore può costruire un'immagine esperienziale, essendo la durata degli eventi gestita e più o meno vicina alla velocità naturale degli eventi, rimanendo nell'ambito della consapevolezza; in Istante è proprio l'attimo come unità minima che viene dilatato, il ciclo alternato bianco nero con cui appare la superficie secondo un mostrarsi apparentemente fermo nel tempo, dovuto alla gestione lenta della durata e 14 mq che si svolge nel movimento ambientale delle correlazioni. Uno spazio senza correlazioni non può essere un ambiente.
La dialettica transitoria dell'alternanza, nell'apparire bianco e nero, con tempi molto rallentati rispetto la sua fruizione, segna la linea trascendentale di un istante che appare sospeso e sembra interrompere il continuum cronologico. La staticità del movimento di Istante nell'immagine apparente si rompe e si ribalta nel movimento statico del pavimento mobile, 14mq; il carattere provvisorio determinato da ogni contatto, il minimo spostamento nello spazio delimitato si svolge nel tempo orizzontale, e ogni movimento si assesta nell'attesa di quello successivo, in un'immagine insita allo spazio reale della natura, dove nulla giace immobile.
"Sotto il mondo materiale c'è un tempo immateriale (...) esiste un mondo non materiale, fatto di pura temporalità, un mondo di forze vibranti, un mondo di impulsi di energie che interagiscono ritmicamente in una complessa e articolata danza che sembra estendersi e dare origine e significato a tutto l'universo" (Rifkin J. Guerre del tempo. Il mito dell'efficienza e del progresso e lo sconvolgimento dei ritmi naturali, Milano Gruppo Ed. Fabbri, Bompiani 1987, p.42). In questo senso le due opere, nello spazio ipogeo, atterrano lo spirito scoprendo l'idea sublime di essere al mondo, attraverso la manipolazione della percezione temporale del movimento come energia vitale dell'universo, la sensazione della durata nel tempo di un cambiamento.
Se vedo le rughe del tronco di un essere secolare, tra le pieghe riesco ad immaginare lo scorrere del tempo. Allo stesso modo l'immagine che le singole opere compongono in questa mostra è la somma delle unità visive coincidenti all'immagine che si è formata della stessa somma di quel preciso momento. Nella scena reale i lavori portano con se il valore di input ritmici, suggeriscono ed indirizzano la codificazione di un doppio movimento riecheggiando la staticità dell'avvenimento: verso l'alto, nella dimensione verticale del tempo di Istante; orizzontale, nel movimento immanente di 14 mq. I due lavori danno forma alla "dimensione presente del tempo universale sarebbe quindi impercettibile se non vi fosse il movimento. È il movimento che determina il tempo universale in puro presente. Anzitutto, perché si manifesta come ondeggiamento presente: (...)" (L'essere e il nulla. La condizione umana secondo l'esistenzialismo, Jean-Paul Sartre, Il Saggiatore, 2008, p. 263). La percezione del movimento costituisce l'equilibrio formale, Istanteappare statico determinando una percezione del cambiamento, come un onda lenta lo schiarirsi della scultura, o viceversa, porta a sentire il movimento del divenire; 14 mq è fermo e si muove come ondeggiamento del presente, delle correlazioni ambientali.
Non possiamo capire dove e quando stiamo perché il presente è passato e futuro che si scontrano. La vita è lo scontro continuo tra passato e futuro.” (Gianluca Zonca). Il presente emerge nella forma che la coscienza riesce a prendere da un continuum, il particolare di un tutto, ed è tale solo se separato dal resto. Avviene l’intuizione dell’infinito in un frangente e la percezione verticale del tempo si incrocia al movimento orizzontale dello spazio: il setaccio di Saggioè il centro ideale di questo doppio movimento, al centro della stanza.
La stanza della conoscenza e l'idea di conquista del mondo.
(Siami - De Siati)
La stanza della trasformazione è caratterizzata da Gnosi, l'impronta del solco della deglutizione e della masticazione. Lo spazio tra i denti combacia perfettamente, in ogni individuo in modo unico, l'atto del deglutire è permesso dall'occlusione che è la chiave per assimilare il Creato; risolve in sé la dicotomia spirito e materia.
L'idea del doppio, di una natura graziosa e dura con il suo duplice volto, è illustrata nella riduzione di una pittura onirica, nella dimensione ridotta e compattata di nove diari visivi, mostrando nel gesto di ripiegare il foglio il tentativo di conquistare la natura nella sua originaria organicità.
Nelle vecchie scatole è riposta la capacità dei fanciulli di meravigliarsi della vita del Creato. Così sono custoditi i libretti Nine to universe secondo lo sguardo libero del piccolo dinanzi all'infinita forza rigeneratrice della natura, in grado di trasformare, di dare e riprendere a sé. Lo scopritore, pagina dopo pagina, nell’atto conoscitivo riprende a separare i vari aspetti. La visione degli acquerelli, infatti, è legata alla riapertura del foglio.
L’idea di poter mettere in tasca qualcosa coincide con l'idea stessa di poter contenere le forze della natura, portare con se quelle energie significa possederne il senso, averle e o poterle assimilare. Acquisire un senso della realtà sviluppando quella capacità prensile cui fa riferimento Gnosi, una forza, quella del morso che vede anche l’essere umano costretto tra gli altri animali alle cose della materia.
Se Flusso apre al mondo dell'immaginazione, trasformando la percezione dello spazio, evocando la levitazione dei corpi in un altrove in contrasto con la direzione dello scendere in profondità,Nine to universe richiama alla mente la realtà fantasiosa delle antiche grottesche in scala ridotta e portatile, tascabile, nove libretti “fabulati” che ricordano le capacità immaginative umane attraverso le acrobazie di una pittura onirica, come sarebbe piaciuto definire le grottesche a Daniele Barbaro, 1556, per il loro carattere libertario, privo di riferimenti intellettuali (cfr. La grottesca, A. Chastel, Carte d'Artisti, Abscondita 2010, Milano).
Giuseppe De Siati




testi

Nine to universe
Il titolo adattato da una canzone di Jimi Hendrix.
Nove libretti illustrati, dipinti, disegnati con varie tecniche. Sono dei piccoli diari visivi nascosti nella scatola dei biscotti che vanno scoperti da visitatori.
L'idea è venuta quando ho visitato la casa studio di Giuseppe De Siati, e mi ha raccontato del suo progetto "Abito". Ho visto due vecchie scatole di biscotti bellissime nel piano di sotto e ho chiesto se potevo usarle per presentare il mio lavoro, mi sembravano in sintonia con il progetto, le opere vanno ad abitare la scatola. Normalmente queste scatole di biscotti sono note più per la loro estetica invece del loro contenuto e spesso, dopo aver finito i biscotti, si tengono per tenere altre cose dentro. Mia nonna teneva i suoi attrezzi da cucito dentro queste scatole. in ogni casa in cui le vedevo ero sempre curiosa di aprirle per vedere cosa c'era dentro ed ero sempre sicura di trovare tutto tranne i biscotti.
Sara Siami

Gnosi
L'essere umano compie un movimento articolare di comprensione del mondo, evidente nella linea del piano occlusale, la "chiave" unica per ogni individuo con cui assimiliamo il creato. Si tratta della forza del morso, articolazione legata alla masticazione e al deglutire, articolazione che identificano l'essere umano tra gli altri esseri animali che hanno sviluppato questa capacità di conquistare la vita.
Giuseppe De Siati

Flusso
La mia opera, realizzata site-specific per Studi Festival 2017 all’interno del Progetto “Abito” presentato da Giuseppe De Siati nel proprio studio. Un opera formata da un insieme di carte. Una visione d’insieme da leggere come fosse un invito, un flusso di energie, concretizzatosi in un susseguirsi di pieghe di differenti misure che richiamano il profilo di una scala, in questo caso “impossibile”, troppo ripida e troppo fragile per essere scalata, utilizzata solo come visione, come suggerimento per giungere ad uno stato di elevazione. La collocazione di questo intervento artistico, posto nel tragitto obbligato che il visitatore deve necessariamente fare per accedere allo scantinato (un sottoscala), attribuisce al lavoro un altro significato: la voglia che persiste nell’essere umano di arrivare a toccare vertici sempre più alti e spesso inarrivabili, dove nello specifico, il sottoscala assume l’aspetto metaforico della grotta primordiale e la scala stessa, il percorso che ha fatto l’uomo nel proprio processo evolutivo. Un percorso fatto spesso di ostacoli apparentemente insormontabili, ma che solo con la forza della sensibilità e della conoscenza possono essere superati. Un invito verso il cammino dell’elevazione, quasi un percorso iniziatico verso l’essenza delle cose.
Jimmy Milani

Spazio 14mq
14 mq è lo spazio minimo per la costruzione di un soggiorno, la stanza da salotto (D.M. 5 luglio 1975). La delimitazione e la caratterizzazione dello spazio abitabile delle relazioni, in questo caso, con le perline di polistirolo.
Le piccole sfere si muovono con facilità, caratterizzano uno spazio mobile e difficile da individuare o da contenere, disegnando un sistema aperto. Un'area in continua ridefinizione, in cui ogni contatto determina un cambiamento complessivo dell'area.
Giuseppe De Siati

Istante
Su un quadrato nero appare un alone chiaro che in un tempo dilatato si espande su tutta la superficie per poi, allo stesso modo, contrarsi e sparire. L'esperienza visiva dell'opera può essere solo parziale o frammentata in porzioni di tempo ma non può mai essere completa e rimanda a un respiro la cui percezione non può che essere potenziale. Un fiato apparentemente eterno che diventa evanescente come un istante che si trascina nel tempo.
Gianluca Zonca

Saggio
Come un seme sa dov'è la luce
così un saggio sa di sapere ciò che serve.
La forma contenuta tra le mani giunte diventa la forma del seme che, tra le maglie della rete, trattiene la luce nella foglia oro setacciata.
Il setaccio serve a raffinare un materiale, scegliendone solo la parte più sottile, vagliando. Uno strumento che dà un'immagine figurata della ricerca, strumento sapiente di distinzione.
Giuseppe De Siati


Nella stanza riservata al riposo si trova la visualizzazione di uno statement:
Bagaglio a mano 24 ore. Linguaggio. Edicola. Suolo. Filo. Seme dell'incontro.
individuo=essere umano=viaggio=leggerezza
nel Creato

lì 14-03-2017 Milano Giuseppe De Siati




14 mq







Nel movimento delle dimensioni
un corpo osserva
cercando di cogliere.










Gianluca Zonca 13/03/2017

14 mq – spazio cavo


Chi e dove:
14 mq è un luogo sotterraneo della casa studio De Siati, un miniappartamento di una palazzina storica, la dimora padronale della legatoria Caspani nei pressi del Naviglio della Martesana.
Presentato la prima volta nel marzo 2017 con la mostra "Abito, via Paolo Paruta 59" per Studi Festival Milano 2017 con Sara Siami, Gianluca Zonca e Jimmy Milani, a cura di Giuseppe De Siati

Cos'è e secondo quali principi definire 14mq:
Si tratta di uno spazio cavo, sotterraneo e cangiante alla poetica di ciascun artista che si trova a verificare la forma del noi attraverso la ridefinizione dello spazio; è un corner visivo nello studio che abito e l'idea stessa dei 14mq viene dalla volontà di completare il processo di abitazione nella forma inclusiva dell'altro nella dimensione introspettiva, condensando i punti di vista in un insieme. Cuore del progetto è uno spazio che viene ridefinito tale ad ogni incontro in bottom-up, in un luogo intimo dove l'io è nel noi.

Come:
Il limite minimo abitabile per due persone, 14 mq in particolare per il soggiorno o la stanza del salotto, previsto dal Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975, nasce per far fronte alla speculazione edilizia che sfrutta al massimo l'uso del suolo e per assicurare l'abitabilità di spazi ridotti.
Vivere lo spazio antropizzato e saturo della metropoli è una condizione di partenza per cercare di verificare nuovi principi di condivisione. La dimensione privata nella riduzione dello spazio è portata a vivere dell'essenziale, si libera del superfluo per poter operare in condivisione concreta. Anzi, la misura minima abitabile diventa pretesto per accogliere l'altro e instaurare un dialogo.
Spazio cavo è lo spazio dell'altro, 14mq.

Perchè:
Lo spazio da conquistare in 14mq coincide con lo spazio liberato dall'ego e dal particolarismo. In questo senso lo spazio è cavo e di condensazione del noi che appare per intersezioni.
Il riferimento normativo diventa condizione di partenza di un metodo di condivisione, di frazionamento, per accogliere l'alterità. Diventa quindi un luogo che accoglie i punti di vista, la varianza come valore d'epressione nomadica dell'animo umano.
Due sono i concetti che vengono a confrontarsi, io e noi.
È uno spazio di transizione da abitare con la consapevolezza di essere di passaggio, costruito su una riduzione, perchè accogliere l'altro in uno spazio ridotto comporta l'intimità e la preziosità di un gesto di bellezza, del fare spazio.

Questo concetto di spazio ridotto al minimo ma aperto all'altro appronta un metodo di lavoro in cui ad essere messa in luce è la reciprocità differenziale, l'incrocio o intersezione di pensiero, e il valore di un'eperienza estetica che emerge da una condizione, di uno stare insieme tentando l'accordo; gesti, scelte e modi di vivere il luogo informano lo spazio che emerge da un nuovo paradigma esistenziale, da alcuni concetti che descrivono la condizione della generazione di oggi: leggerezza, trasportabilità, mutevolezza, varietà, spontaneità, condivisione.

Interno 14 mq è uno spazio underground, un luogo di passaggio nell'universo soggettivo, dall'esterno verso l'interno, o viceversa.
Un ipogeo che rappresenta la scena intima delle idee come un antro da penetrare, per comprendere le cose nascoste

L'obbiettivo è utilizzare i processi di abitazione legati agli standard minimi per influenzare la pratica artistica degli agenti coninvolti.

Le limitazione dovute alle misure minime impone delle scelte possibili come nella direzione della leggerezza, della miniaturizzazione o del fuori scala.

Il mio è un pensiero incompleto, un metodo dell'incompletezza, così da poter trovare compimento nell'alterità. L'incontro con l'altro allora realizza lo spazio vitale.

Ho scelto la sezione aurea come logo. Perchè disegna la divisione all'infinito dello spazio ed è lo schema di sviluppo della spirale che ricorda il germoglio che ricorda la con/divisione. Uno schema le cui proprietà, geometriche e matematiche come nelle grandezze incommensurabili, hanno suscitato nella mente umana l'esistenza di un rapporto tra macrocosmo e microcosmo, tra Dio e l'uomo, tra il tutto e la parte, tra la parte più piccola e la più grande che si ripete all'infinito dividendola infinite volte. Quest'ultimo aspetto è quello più rappresentativo di 14mq che si risolve nella tensione a fare secondo questa proporzione.

Spazio cavo è lo spazio dell'altro, 14mq.